Oh, ci svegliamo? Vi svegliate? E dai, su.

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Ignazio Marino: “Renzi mi attacca e offende sul piano personale per coprire una spregiudicata operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città. Renzi voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l’è presa, utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del PD si dimettessero, come Presidente del Consiglio ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, certamente persona degnissima, che farà capo come dice la legge allo stesso Presidente del Consiglio. Assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito”.
Massimo Cacciari: “La cosa comica è che è in atto una sostituzione della politica con tecnici e magistrati proprio per mano di uno che si è presentato dicendo che la politica doveva tornare al comando. Guarda che disastri ha lasciato che accadessero Orfini. Si è dimostrato totalmente incapace. E allora lo caccino. Lo mettano a fare il capo sezione a Orbetello. Per rifondare la politica bisognerebbe ripartire da una riorganizzazione della medesima, formare un partito come dio comanda, istituire una formazione della classe politica decente. E non solo attorniarsi di amici e portaborse. La minoranza dem deve andarsene. Oggi il Pd di Renzi non è un partito: ci sono una serie di nuclei, di potere, gruppi di amici che fingono di rappresentare un simbolo. Fingono” .
Ho citato un importante esponente del Pd e un acuto pensatore vicin(issim)o al Pd. Non certo due gufi, due grillini, due salviniani. E avrei potuto citare anche il grande Alfredo Reichlin, uno dei firmatari della Carta dei Valori del Pd, che ha serenamente constatato come il Pd di Renzi abbia ormai “tradito i suoi valori”. Ne emerge un quadro spietato, ma lucido, che delinea Renzi come un capo assolutista e megalomane, disposto a tutto pur di governare, circondato da yesman incapaci, che ha totalmente tradito le promesse elettorali e che se ne frega tanto della questione morale quanto della mitica “democrazia interna”. C’era chi lo scriveva e diceva da anni, anzi da sempre, e al tempo era reputato “disfattista” o “grillino”, ma in realtà bastava non essere accecati dal tifo per accorgersene (che poi, diciamolo, tifare per Renzi è una perversione oggettivamente insensata. E pure parecchio palloso). Ora che l’incantamento generalizzato pare incrinarsi, si tratta di capire quanto durerà ancora la sbornia per questo politico infinitamente caricaturale, che in un bar qualsiasi verrebbe trattato per quel che è ma che in Italia – addirittura – è diventato Presidente del Consiglio. Oh, ci svegliamo? Vi svegliate? E dai, su.
P.S. Molto democratica l’idea di voler cancellare il ballottaggio per “evitare l’effetto Parma”. Renzi è il classico tennista della domenica che, quando butta la palla in corridoio in singolare, dice che il punto è buono lo stesso perché “stasera avevamo detto di giocare il doppio”. E il bello è che quelli che giocano con lui ci credono pure. Paraccio (cit).

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