Encefalopatia epatica: 118 casi

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Gravità iniziale non significativamente correlata all’ammoniemia. Da chiarire i fattori precipitanti

Uno studio retrospettivo ha valutato le relazioni tra la concentrazione plasmatica di ammoniaca e la gravità dell’encefalopatia epatica e ha determinato se i fattori precipitanti l’encefalopatia epatica dell’uomo fossero associati alla presenza di segni clinici di encefalopatia epatica in cani precedentemente trattati per la malattia. Si includevano 118 cani con encefalopatia epatica. La gravità della condizione veniva classificata secondo una scala a 5 punti e si determinava la concentrazione plasmatica di ammoniaca. Si valutavano statisticamente le associazioni rispettive tra encefalopatia epatica e sindrome della risposta infiammatoria sistemica, emorragia gastrointestinale, errori alimentari, costipazione, trattamento con furosemide, iperazotemia, ipocaliemia, iponatriemia, alcalosi e iperammoniemia.
La gravità dell’encefalopatia epatica al momento dell’ammissione non era significativamente correlata alla concentrazione plasmatica di ammoniaca. I cani trattati per encefalopatia epatica prima dell’ammissione avevano una probabilità significativamente minore di avere segni clinici della malattia al momento dell’ammissione, rispetto ai cani non trattati. Nessuno dei putativi fattori precipitanti di encefalopatia epatica era significativamente associato alla presenza di segni clinici della malattia all’ammissione.
I risultati indicano che il trattamento dell’encefalopatia epatica alleviava i segni clinici della malattia. Ulteriori studi sono necessari per identificare i fattori precipitanti di questa condizione nel cane, concludono gli autori.

“Putative precipitating factors for hepatic encephalopathy in dogs: 118 cases (1991–2014)” Jonathan A. Lidbury, et al. J Am Vet Med Assoc 2015; 247: 176–183

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